Premetto che rispetto a talune
ipotesi prospettate nei giorni del subbuglio quirinalizio, in particolare
quelle di Berlusconi e della sua prosecutrice ideale Casellati, l’approdo a
Mattarella, che ho sempre stimato moltissimo, ha costituito per me motivo
di sollievo.
Tuttavia c’è qualcosa d’importante da aggiungere che va al di là dei giochi
di palazzo a cui abbiamo di recente assistito.
Che dalla proclamazione della
Repubblica non sia mai accaduto che una donna fosse eletta quale Capo dello
Stato o Presidente del Consiglio, la dice lunga sullo SPESSORE MASCHILISTA
della politica italiana.
La cosa fa il paio - e non a
caso - con i 74 anni dalla Costituzione, nel corso dei quali il Parlamento
italiano, nelle sue varie legislature, si è dimostrato incapace di
accettare l'identità femminile, NON varando una legge sulla presenza del
cognome materno (ovvero di colei che in primis genera) nel cognome dei
figli. Niente madri nel cognome dei figli, niente donne a guida di un
governo, niente "madri" simboliche a capo dello Stato.
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