È
possibile che il Prof Giuseppe Conte abbia appena incominciato a sorprenderci
di
Iole Natoli
Dopo
anni di bieca spavalderia del linguaggio politico, inaugurata da Renzi e
portata ai più bassi livelli da Di Maio e ancor più da Salvini, sino al
limite dell’intollerabile, il discorso supercontrollato e pacatamente forbito
di Conte mi sembra un caraffa d’acqua fresca in un clima di estrema siccità.
La
capacità, definita camaleontica da alcuni, di adattarsi alle situazioni
contingenti senza però perdere un timone a cui peraltro non era abituato, è
per me il segno di una duttilità inconsueta, che potrebbe imprimere uno
sviluppo inedito alla stagione politica italiana, sospingendola verso
orizzonti che abbiamo solo potuto immaginare. Certamente
c’è un pesante “neo” nel percorso, costituito dalla copertura data a Salvini
sulla richiesta della magistratura a proposito della nave Diciotti. E
tuttavia è possibile che nella situazione di allora, direi negli
equilibri/squilibri in cui navigava allora il governo, Conte abbia ritenuto
che una sconfessione del Ministro dell’Interno e vicepremier su quel tema
soltanto potesse provocare un vero caos, giusta o sbagliata che possa essere
stata tale sua convinzione. Può
aver pensato che per sconfessare la linea di Salvini occorresse qualche
urlaccio di più del vicepremier, qualche scivolone che apparisse più
grossolano anche agli occhi dell’intero Movimento, qualche errore di rotta
madornale. E Salvini, al culmine del suo delirio di onnipotenza, ha senza
dubbio fornito tempi e mezzi ottimali affinché Conte lo mettesse all’angolo,
offrendo al tempo stesso al Movimento l’ipotesi di un più favorevole riparo. Possiamo
trarre un sospiro di sollievo? Mah! Per conto mio ci provo, non so bene se
perché lo ritengo suffragato dai fatti o perché avverto prepotentemente il
bisogno di riporre la mia speranza in qualcuno.
Che possa non disilludermi il futuro.
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