martedì 7 luglio 2020

TARGHE per BICI e MONOPATTINI / LETTERA APERTA PER IL GOVERNO

TOGLIERESTE le TARGHE alle AUTOMOBILI se soltanto DIVENTASSERO ELETTRICHE?
 di Iole Natoli


Egregio Presidente del Consiglio, Egregia Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti,
a quanto è dato apprendere, stareste mettendo a punto nuove regole per l’uso dei monopattini elettrici. Penso che possa essere opportuno allargare lo sguardo anche alle bici.
Ormai da tempo i PEDONI sono stati SFRATTATI dai MarciaPIEDI, che si sono tramutati in MarciaRUOTE, su cui gli abusivi, motorizzati o meno, tollerano ormai a malapena che qualcuno osi ancora camminare sui propri piedi.
L’invasione massiccia di Ciclisti e Monopattinisti degli spazi riservati ai Pedoni non ha solamente come effetto la fine dell’idea di passeggiata – se devi stare sempre all’erta, guardando avanti, a destra, a sinistra e anche dietro mentre fai un passo, ti viene voglia di startene a casa – ma costituisce anche un pericolo per l’incolumità pubblica che lo Stato ha il dovere di sventare.
Riporto un brano di una Lettera aperta da me inviata il 30 giugno al Sindaco di Milano e a due assessori di detto Comune.
« Oggi ho casualmente ancora la possibilità di scrivervi dal computer di casa e non da un letto d’ospedale o dall’aldilà, ammesso e non concesso che un aldilà esista e che da lì sia possibile scrivere.
La casualità è dovuta al fatto che l’uomo in bicicletta che stava per investirmi su un marciapiedi di via Torino all’altezza della Farmacia Carrobbio, mentre mi dirigevo verso le strisce del semaforo, ha fatto in tempo a sterzare passando a un millimetro da me, anzi dalle mie braccia, alzate per proteggermi respingendolo. Cosa sarebbe accaduto, infatti, se l’impatto ci fosse stato?
Sarei caduta a terra solo io, fratturandomi nel migliore dei casi qualche osso fragile? Saremmo caduti entrambi con conseguenze più o meno equamente distribuite? Sarebbe caduto solo lui, in virtù del mio respingimento istintivo? E in quest’ultimo caso di chi sarebbe stata la colpa? Mia, cioè di una persona che si stava difendendo da un’aggressione mobile, o solo sua che su una bici in movimento sul marciapiedi NON SAREBBE MAI DOVUTO ESSERCI?».
Il problema non riguarda solo Milano. È così nelle varie città della penisola, che non è mai stata dotata di una rete di piste ciclabili atta a indirizzare gli utenti delle due ruote verso spazi a loro dedicati. Sarà colpa dei Governi centrali? Di quelli regionali o comunali? Al momento serve poco stabilirlo e ciò perché noi, cittadini dello Stato italiano, non possiamo aspettare che le piste ciclabili vengano istituite da chicchessia nel giro di anni o millenni. ABBIAMO IL DIRITTO DI ESSERE PROTETTI ORA E NON IN UN IMPRECISATO FUTURO
Cosa può / deve fare nell’immediato un Governo appena responsabile?
In primo luogo, istituire le targhe per i veicoli a due ruote che attualmente ne sono sprovvisti (dunque per bici e monopattini), affinché i cittadini possano identificare i mezzi di coloro ch
e arrecano un danno o li pongono a rischio e segnalarli alla Polizia Locale, che da sola non riuscirà mai a fronteggiare il fenomeno data la sua diffusione macroscopica e il limitato numero di agenti da poter impiegare allo scopo.
Se un'automobile ci investe per strada, noi - se non già morti e stecchiti - prendiamo il numero di targa, anche se l'aggressore si dà alla fuga. Se non siamo in grado di farlo, probabilmente lo farà un passante e questo servirà a rintracciare l'investitore. Perché l'esercizio del diritto alla denuncia e al risarcimento deve esserci impedito nel caso di bici e monopattini? Il fatto che questi mezzi non inquinino non significa che non producano danni. Togliereste le targhe alle automobili se soltanto divenissero elettriche?
La targa non avrebbe solo funzione di sanzione post- infrazione, ma sarebbe anche un mezzo dissuasivo utile a contenere realmente il fenomeno. Ridurrebbe peraltro le furbate su strada, che provocano incidenti con le auto. L’impunità garantita è il primo indice di incremento dei reati. Lo è anche di tali infrazioni, che possono assumere risvolti penali in caso di seri danni o di morte della persona.
Ciò che con questa Vi chiedo non contrasta col fatto che per gli utenti delle due ruote non sia prevista una patente di guida. La responsabilità individuale, infatti, non viene cancellata dall’assenza di uno specifico permesso. Non è nemmeno in contrasto con la giovane età di alcuni utenti. Di qualsiasi infrazione commessa da un minore, che si ritiene non possa risponderne personalmente, rispondono i suoi legali rappresentanti, ovvero i genitori.
Se un pedone fa uno sgambetto a un altro pedone e ne causa la caduta, a Vostro avviso chi la determina è responsabile o no, quale che sia la sua età? A me sembra proprio di sì e lo stesso criterio vale per un abusivo dei marciapiedi che, nel momento stesso in cui decide di percorrerli in bici o in monopattino, sa già di poter provocare una caduta, o anche peggio, al primo sventurato che dovesse investire.
Nella speranza che vogliate valutare con attenzione la presente proposta, Vi ringrazio per la cortese lettura.

Note.
1 - Le due foto, qui riunite in una, sono state scattate a Milano nello stesso giorno e a pochi minuti di distanza l’una dall’altra. Ritraggono lo stesso tratto di marciapiedi di via Torino, compreso tra via Soncino e via San Vito.
2  - La Lettera aperta sarà inoltrata per conoscenza anche al Sindaco di Milano.
Milano, 7 Luglio 2020
 

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